L’ALLERGIA E LE INTOLLERANZE ALIMENTARI IN UNA VISIONE INTEGRATA PSICO-KINESIOLOGICA

DI

ALESSANDRA MARINO

“L’Allergia è definita una malattia del sistema immunitario caratterizzata da reazioni eccessive portate da particolari anticorpi (reagine o IgE) nei confronti di sostanze abitualmente innocue come ad esempio pollini o a un particolare tipo di cibo. Il concetto di “allergia” fu introdotto nel 1906 dai pediatri viennesi Clemens von Pirquet e Béla Schick i quali furono i primi a osservare come il sistema immunitario potesse svolgere anche un ruolo dannoso con risposte alterate dopo la somministrazione di siero eterologo o del vaccino del vaiolo a scopo terapeutico

 

È definita intolleranza alimentare la reazione tossica all’ingestione di un cibo non dovuta a fenomeni immunitari. Nel 1991 l’allergologo Allen P. Kaplan descriveva la differenza tra le allergie tradizionali e le intolleranze alimentari, descrivendo casi in cui non si rilevava una produzione in grande quantità di immunoglobuline E (IgE), da qui nasce la sua definizione delle intolleranze alimentari, allergie non allergiche.”

Al di là  delle definizioni, l’allergia o l’intolleranza, come la conosciamo tutti nella nostra esperienza quotidiana diretta o indiretta è una reazione particolare o esagerata dell’organismo a qualche cosa avvertito come nocivo e pericoloso. E questa particolare reazione, attivando in modo anomalo le risposte dell’organismo è facilmente individuabile attraverso il test kinesiologico o test muscolare. Infatti ogni cambiamento significativo dell’organismo  provoca un cambiamento dello stato energetico della persona e quindi anche del suo tono muscolare. E dal momento che il cervello registra sempre tutti i dati di ciò che viene considerato come pericoloso, il semplice avvicinare al campo della persona un alimento o una sostanza sospetta, darà un cambio di tono muscolare, nel caso che questa sostanza rientri nell’elenco degli allergeni. E ancora di più, si può riscontrare che, se una sostanza viene considerata nociva dal sistema anche solo chiedendo alla persona di “pensare alla sostanza”, (perché anche solo evocare una cosa, è sufficiente al cervello per attivare tutto il quadro energetico e muscolare relativo a quell’imput) avremo la risposta di calo muscolare. 

Quindi col test kinesiologico si può individuare la sostanza che crea la reazione del sistema immunitario e si può anche individuare il livello di attivazione dell’organismo a questa reazione.

Ma con il metodo kinesiologico si può fare veramente di più nel campo delle allergie. Ad esempio una volta individuati degli alimenti che stressano l’organismo, si possono ricercare altri alimenti che possano fungere da “additivi positivi”, cioè degli alimenti in grado di contrastare alla funzione percepita come dannosa dagli allergeni e capaci invece di rafforzare il corpo.

Insomma, come ci sono alimenti che possono farci male, ce ne sono altri che ci fanno bene e conoscerli ed usarli ci rafforza e ci rende più resistenti.

Inoltre la Kinesiologia Emozionale non si limita ad individuare alimenti rafforzanti da usare e alimenti “incriminati” da sospendere con i relativi tempi e modi di assunzione o sospensione.

Il metodo kinesiologico ci permette di individuare in un certo senso anche il “perché” emozionale di una determinata reazione eccessiva ad un alimento o ad una sostanza e soprattutto quando è iniziata la traccia neuronale di attivazione rispetto alla sostanza incriminata.

Spesso infatti possiamo associare una determinata emozione ai dati di input sensoriali attivi in un determinato momento. In altre parole, se mentre stiamo mangiando la mozzarella, litighiamo con il nostro partner e sperimentiamo emozioni di impotenza, frustrazione o rabbia, quelle stesse emozioni possono venire associate dal nostro sistema automatico e difensivo di lettura della nostra realtà esperita, all’alimento che stavamo mangiando, ( in questo caso la mozzarella) perché in caso di forte emozione o stress i circuiti del cervello che solitamente smistano tutti gli input di entrata passando dal talamo, per poi essere smistati ai centri deputati, si attivano attraverso la via breve, l’amigdala, che attiva il nostro centro di sopravvivenza senza discriminare esattamente gli stimoli pericolosi, ma prendendo tutto il “pacchetto”  e attivando un arousal difensivo a tutto ciò che è coinvolto in quel momento. Quindi la volta successiva che mangeremo mozzarella, attiveremo nel nostro sistema sensazioni di impotenza, rabbia e frustrazione che a lungo andare si legheranno proprio all’assunzione di quel determinato alimento. Questo ovviamente in assenza di una consapevolezza in proposito o di qualche altro evento che disattivi il primo stimolo, ed esempio una bellissima notizia sempre mentre mangiamo il latticino.

Oppure un intolleranza o un’allergia alimentare può presentarsi come un “segnale del corpo” che vuole dichiarare una “presa di posizione” o un “atto di sabotaggio” nel confronti di una decisione presa solo dalla parte razionale dell’individuo e quindi l’allergia diventa il segnale di un conflitto interno dei reali bisogni dell’individuo, che con il fastidio o le limitazioni che questa malattia comporta, induce una riflessione o in ogni caso un cambio di abitudini rispetto alla pianificazione fatta, portando così a riprogrammare le scelte fatte senza la cooperazione di tutte le nostre parti.

In effetti il corpo fisico ha una capacità incredibile di riequilibrarsi e di auto guarirsi se gli viene data la possibilità di rilassarsi fisicamente e mentalmente. Ma se non ha questa possibilità, il corpo fisico può restare attivato da uno stress emozionale o mentale per mesi o per anni. In effetti lo stress è mentale, perché non è legato alle azioni in sé, ma a come ci sentiamo e ci pensiamo rispetto agli eventi che accadono nella nostra vita. E gli effetti di una emozione mentale negativa continuata nel tempo si ripercuotono inevitabilmente in effetti negativi a livello fisico. Quindi è anche possibile pensare che le allergie possano essere attivate dallo stress emozionale negativo che a lungo andare esauriscono letteralmente l’organismo abbassando il livello di efficacia del sistema immunitario.

Infine l’allergia potrebbero anche rappresentare a livello simbolico un modo subconscio per punire noi stessi, o per attirare su di noi attenzione e l’interesse di coloro che amiamo, e in questo caso un’allergia potrebbe rappresentare un tornaconto positivo.

Quindi in una visione cosi allargata della tematica, sempre con l’ausilio del test kinesiologico, potremmo identificare un ventaglio ancora più ampio di sintomi allergici che può spaziare dai problemi fisici, ai problemi ambientali, ai problemi di relazione con la gente, ad altri tipi di problemi ancora, fino a permetterci di indagare le reali cause da cui può essere stata generata l’allergia e quindi individuare la chiave per il rilascio dello stress emozionale, che rappresentando la base e il presupposto per lo squilibrio allergico del nostro organismo, potrebbe lasciare che finalmente il corpo ritrovi il suo originario equilibrio.

 

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