RICERCA AUTOSTIMA, AUTOEFFICACIA, APPRENDIMENTO

Università degli Studi di Roma “La Sapienza”

  Facoltà di Psicologia 2     

Autostima ed autoefficacia in adulti in rapporto ad un intervento di Psicoco-Kinesiologia.

 Di Alessandra Marino

 

INTRODUZIONE

 

Il presente lavoro ha come scopo indagare parametri di autostima e autoefficacia in due gruppi di adulti, in relazione ad alcuni interventi effettuati con il metodo di kinesiologia Emozionale “Three in One Concepts – One Brain System” ( Gordon Stokes & Daniel Whiteside, 1984), il cui obiettivo è sciogliere stati di stress, legati ad apprendimento, e alla propria autoimmagine, al fine di incrementare la consapevolezza di Sé.

A tal fine è stato applicato il test di valutazione dell’autostima Basic SE, ripreso dal testo di L. Forsman & M. Johnson (1996) Basic Self-Esteem Scale – Valutazione dell’autostima di base negli adulti di Forsman, M.Johnson, V.Ugolini, D. Bruzzi, D.Raboni, oltre a una serie di scale di Autoefficacia Percetipita, (Caprara G.V. a cura di, 2001) ai soggetti dei due gruppi, prima e dopo tre interventi di “Three in One Concepts – One Brain System” al fine di verificare eventuali cambiamenti positivi nella percezione di Sé.

La Ricerca

 Obiettivi e Ipotesi

 Partendo quindi dalle considerazioni teoriche, e cioè che la   formazione nell’autostima parte dalla prima infanzia, che il senso dell’autoefficacia è indissolubilmente legato alla propria autoimmagine e che il metodo One Brain System lavora sullo scioglimento dello stress legato ad autoimmagini negative del passato, l’ipotesi alla base di questa ricerca e’ quella di verificare  e quantificare scientificamente l’effetto dell’intervento, in termini di autostima e autoefficacia, del metodo “Three in One Concepts – One Brain System” (Gordon Stokes & Daniel Whiteside, 1984)  in due gruppi di persone, comunque motivati a migliorare la propria efficacia e le proprie prestazioni:     

  •   un gruppo di studentesse universitarie di psicologia, in quanto al secondo anno  e quindi ancora totalmente immerse nel percorso di studio e di apprendimento, e probabilmente interessate e curiose sia verso il loro mondo emotivo, che alla conoscenza di nuovi strumenti di riequilibrio fisico, energetico ed emozionale.
  • ·        un gruppo di persone che pratica abitualmente la meditazione, in quanto persone interessate ad un percorso di conoscenza interiore e di scoperta delle proprie potenzialità attraverso l’uso consapevole del loro pensiero e a conoscere le varie dimensioni mentali legate ai differenti stati di frequenze delle onde cerebrali, che le persone che meditano sperimentano consapevolmente durante lo stato di veglia. Infatti è stato riscontrato in chi medita una notevole presenza di onde  teta e alfa ( frequenza da 4 a 13 hertz al secondo) che sono associate a uno stato di coscienza vigile, ma rilassata, e di onde gamma (da i 30  ai 70 hertz), che appaiono durante gli stati di intensa focalizzazione dell’attenzione e si riscontrano anche durante il sonno Rem; mentre le normali attività di veglia sono associate alle onde beta (frequenza 13 a 30 hertz). Inoltre, persone che fanno meditazione attivano e sperimentano una maggior coerenza cerebrale e una migliore comunicazione tra gli emisferi, e spesso entrano in contatto con percezioni e intuizioni profonde. ( Bottaccioli, 2003)

 L’obiettivo della ricerca è quindi quello di misurare i livelli di autostima e autoefficacia in questi due gruppi di adulti, prima e dopo un intervento con il metodo “Three in One Concepts – One Brain System” (Gordon Stokes & Daniel Whiteside, 1984) consistente in una procedura standard che opera attraverso il test kinesiologico, il cui obiettivo è quello di sciogliere stati di stress della persona legati anche ad apprendimento e di potenziare le prestazioni incrementando la consapevolezza di Sé, l’autostima e il senso di autoefficacia.

   In termini più specifici di applicazione dell’intervento, gli obiettivi sono:

–         favorire la consapevolezza dei soggetti sulle proprie emozioni e sulle  proprie reazioni fisiche evidenziando con il test eventuali cali di forza muscolare in situazioni di stress;

–         favorire il riconoscimento da parte dei soggetti dei compiti di apprendimento o di altre richieste ed aspettative sociali che causano stress;

–         potenziare le capacità di approccio allo studio e/o a situazioni stressanti in genere;

–         riequilibrare la persona a livello energetico, muscolare ed emotivo nell’approccio delle situazioni critiche;

–         incrementare la consapevolezza delle proprie potenzialità di gestione dello stress al fine di migliorare la propria immagine e il proprio senso di autoefficacia.

 

Sono state previste tre sedute individuali, erogate nell’arco massimo di tre mesi, del metodo kinesiologico “Three in One Concepts – One Brain System” per ogni soggetto dei due gruppi.

Prima e dopo l’intervento sono stati inoltre somministrati ai soggetti: il test di valutazione dell’autostima di base Basic Self-Esteem, ripreso dal testo di L. Forsman & M. Johnson (1996) Basic Self-Esteem Scale – Valutazione dell’autostima di base negli adulti di Forsman, M.Johnson, V.Ugolini, D. Bruzzi, D.Raboni ed  alcune scale di Autoefficacia Percepita (Caprara G.V. a cura di, 2001) sulla gestione delle proprie emozioni negative, di quelle positive, della propria empatia e autoefficacia sociale e sulla gestione dei propri comportamenti alimentari e di attività fisica.

 

L’intervento è stato fatto dalla scrivente, in quanto già Consulente Facilitatore e Istruttore del metodo Three in One Concepts-One Brain System e riconosciuta dall’Associazione di Kinesiologia Specializzata Italiana come Consulente nello Sviluppo Personal

I Soggetti

 

Ogni gruppo è costituito da 10 soggetti.

 Un primo gruppo è costituito da 10 studentesse al secondo anno del corso di laurea triennale di Psicologia indirizzo Sviluppo ed Educazione ,  a cui è stato rivolto l’intervento specifico di Consapevolezza Nell’Apprendimento. Le studentesse, sono per metà residenti a Roma e per metà “fuori sede”, prevalentemente provenienti dall’alto Lazio e dalla Campania; per ognuno dei due gruppi di residenza, metà svolge anche una attività lavorativa non a tempo pieno; tutte provengono da un  livello socio-culturale medio-alto e appartengono ad una fascia d’età media di 24 anni, compresa tra i 19 e i 40 anni. Sono state scelte per adesione diretta, dopo la presentazione in aula, ad inizio lezione, del progetto di ricerca, che  specificava che si trattava di una ricerca-intervento sulla consapevolezza nell’Apprendimento. 

L’altro gruppo (TEOSOFI) è costituito da 10 adulti di cui 8 donne e due uomini, residenti  a Perugia e dintorni, appartenenti al Gruppo Teosofico Umbro, una delle sedi italiane della  Società Teosofica. ( La Società Teosofica, fondata a New York il 17 Novembre 1875  è un’associazione che promuove e riconosce il principio della fratellanza umana, e si basa sul diritto alla libera ricerca e al rispetto di tutte le idee). Il gruppo è composto da persone che praticano abitualmente tecniche di meditazione, di autoconoscenza, o training autogeno, provenienti da un  livello socio-culturale medio-alto e che appartengono ad una fascia d’età media di 55 anni,  compresa tra i 36 ai 69 anni. I soggetti sono stati scelti per adesione diretta, dopo la presentazione nel corso di una conferenza presso la Società Teosofica del progetto di ricerca, che specificava che ai partecipanti sarebbe stato  rivolto un intervento per rinforzare genericamente la loro autostima e autoefficacia.

Il motivo della diversificazione della modalità di presentazione dell’intervento nei due gruppi è che il primo gruppo è composto da studentesse motivate ad incentivare il proprio rendimento, e quindi a far convergere nell’apprendimento la propria autostima e autoefficacia, mentre il secondo, più maturo, poteva essere sensibile ad una incentivazione più generale a queste due dimensioni: autostima e autoefficacia.

Strumenti di intervento

 

Al gruppo delle studentesse l’intervento è stato erogato seguendo il programma standard di “Consapevolezza nell’Apprendimento” di cui viene brevemente riportata la procedura di seguito.

Il programma di Consapevolezza nell’Apprendimento, inizia proponendo “l’Esame Basic One Brain” per identificare gli stressori dell’apprendimento. Questo comprende una serie di test per identificare i corto circuiti neurologici nell’emisfero dominante e tra gli emisferi, che causano disfunzioni nell’apprendimento. La parola “esame” è di per sé stressante per quasi tutte le persone, dato che ad essa c’è sempre stato agganciato un certo stress relativo al risultato dell’esame stesso. Nel momento in cui si inizia a testare, si attivano una serie di neuroni della memoria relativi al processo di apprendimento e alle aspettative di prestazione. Quindi lo stress abbinato a questo esame fa sì che tutte le risposte del test siano collegate a questa tematica. 

L’esame viene effettuato con il test muscolare, in particolare la persona che opera è seduta e appoggia le mani sugli avambracci del soggetto in piedi davanti a sé e, alternativamente dopo la presentazione dello stimolo o della domanda, opera una pressione su gli avambracci per verificare la tenuta o meno del muscolo sollecitato, in questo caso il deltoide anteriore.

Quindi una volta proceduto ad eseguire i test di base per verificare l’affidabilità delle risposte, si va a stabilire la carica di stress e di motivazione positiva al cambiamento del soggetto in situazioni di standard imposti dall’esterno (es. rispondere a 30 domande in trenta minuti) agli standard che lui/lei impone agli altri e agli standard imposti a se stessi. Di seguito vengono proposti vari stimoli, ad esempio  si chiede al soggetto di leggere ad alta voce, di dire l’alfabeto, i numeri. A ogni richiesta segue il relativo test muscolare e risposte deboli danno delle indicazioni di stress specifico per ogni attività eseguita.

Finito l’esame, si effettua la prima seduta dedicata allo scioglimento dello stress sugli standard imposti dall’esterno o da se stessi. Per le successive sedute si fa definire la tematica di intervento al soggetto, facendo raccontare alla persona quali sono gli aspetti critici che incontra nell’apprendimento. Alla fine del ciclo di sedute si ripete l’esame Basic One Brain e nel caso ci fosse ancora qualche area di stress, si propone di effettuare una quarta seduta per concludere il tutto.

Al gruppo dei Teosofi l’intervento è stato erogato seguendo il programma standard della seduta classica, facendo definire a loro stessi la tematica su cui lavorare.

Di seguito viene riportata  la procedura della seduta standard.

Si definisce verbalmente la tematica su cui lavorare, aiutando il soggetto a definire esattamente il blocco che riscontra in tempo presente rispetto alla tematica. Prima di passare alla parte pratica del test si chiede alla persona come si sentirebbe se non avesse questo problema, per cominciare a familiarizzare la persona a pensare senza più la limitazione condizionante.

A questo punto si passa al test kinesiologico: per prima cosa si effettuano i controlli di base per verificare che i muscoli non siano in blocco, che la persona non sia in stato di disidratazione, uno dei primi sintomi dello stato di stress dell’organismo, o che non sia in stress per il tocco fisico che sta sperimentando; successivamente si chiedono i “permessi” e cioè di poter lavorare insieme, di poter lavorare senza soffrire e con la disponibilità dei vari livelli di consapevolezza, e cioè il livello conscio, subconscio e corpo. Se è necessario si fanno delle correzioni, altrimenti si procede a verificare l’emozione rimasta bloccata attraverso il “Barometro Comportamentale”, una mappa emozionale composta da tre livelli (conscio, subconscio, corpo) e 64 tipi di blocchi emozionali possibili, tutti con loro corrispondente stato di mente positivo. Ad esempio una persona può sentirsi a livello CORPO Non amato nella SEPARAZIONE mentre vorrebbe essere Al sicuro nell’UNITA’, e di conseguenza sentirsi a livello SUBCONSCIO Non ascoltato mentre vorrebbe essere Audace nella SICUREZZA  e di conseguenza sentirsi a livello CONSCIO Furioso nella RABBIA, mentre vorrebbe essere Adeguato nella DISPONIBILITA’. Spesso queste emozioni non sono immediatamente riconosciute dalla persona, a cui si chiede di leggerle nuovamente mettendo una mano sulla fronte e una sull’occipite, perché le mani appoggiate sulla fronte, dove ci sono i lobi frontali, e sull’occipite, dove sono le aree visive, richiamano il sangue in quelle parti del cervello, attivandole. Quindi con questa tenuta è possibile pensare e vedere nuove possibilità senza essere sopraffatti dalle emozioni del passato. A questo punto, se necessario, sempre mantenendo la tenuta, si chiede alla persona di fare dei movimenti oculari ripetendo le emozioni uscite al livello conscio. In questa caso, la persona dovrà dire “mi sento furioso” e successivamente “io sono adeguato”. Questo per portare l’informazione rimasta bloccata a tutte le aree del cervello, allertate appunto dai movimenti oculari. A questo proposito si rimanda al testo di Shapiro (2000) che propone la tecnica EMDR di desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari, che nel 2002 è stata approvata dall’Associazione degli psicologi americani come “trattamento efficace del disturbo da stress post-traumatico in popolazioni civili”.

Una volta discussa questa mappa emozionale e riequilibrata la persona con l’esercizio più adatto, si individua attraverso il test muscolare quando è stata l’età di causa di questo circuito emozionale. Solitamente sono età precoci, entro i sei/sette anni di vita e spesso l’età segnalata riporta alla memoria della persona un episodio di forte impatto emozionale. Anche quando ciò non avviene, i segnali di stress del corpo indica che la memoria è stata comunque attivata, e le risposte del muscolo sono attinenti a quella situazione di origine dello stress. A questo punto si testa quale correzione può riportare la persona al suo equilibrio e si fa eseguire l’esercizio, che può essere di visualizzazione, psicomotorio, di stimolazione muscolare od altro. Infine una volta controllato che lo stress sia stato rilasciato completamente, si chiede alla persona di fare una nuova scelta, ad esempio “Posso e voglio essere affidabile” e di associargli un gesto o un comportamento quotidiano, ad esempio “Bevo un bicchiere d’acqua”, di modo che ogni volta che la persona berrà, riattiverà la scelta di essere affidabile. A questo punto si conclude la seduta verificando che nulla sia rimasto in sospeso, e testando se sono necessari degli esercizi da ripetere a casa per radicare la nuova scelta, e se c’è un tempo di integrazione per il cambiamento effettuato.

Solitamente per una tematica sono sufficienti 3 o 4 sedute, che vengono effettuate a distanza di circa due o tre settimane l’una dall’altra.

 I Risultati

La media, che conferma un cambiamento leggermente positivo in quasi tutte le aree, è in realtà composta da risultati di grande cambiamento, sia di incremento che di decremento rispetto al livello di partenza. Soprattutto per quando riguarda i dati relativi alla autostima di base, questo rappresenta un dato di estrema rilevanza. Infatti come  sostengono gli autori del test di valutazione dell’autostima di base Basic Self-Esteem, L. Forsman & M. Johnson, “l’autostima di base (basic self- esteem) si sviluppa durante i primi anni e permane, per lo più invariata, nel corso di tutta la vita. Si stabilizza nell’adulto come caratteristica di personalità indipendente dalle competenze e dai successi raggiunti o dalla approvazione degli altri”.

In questo caso, invece c’è stato, per questa variabile, un incremento per il 50% dei soggetti di circa il 15% del valore di base, e nello stesso tempo un terzo dei soggetti mostra dei cambiamenti in diminuzione. Dal momento che questo test rappresenta una autovalutazione del soggetto su se stesso, è forse possibile spiegare questo dato come una maggiore autoaccettazione dei propri punti critici, come una prima fase di ristrutturazione del Sé, in cui,ad una fase di demolizione di aspetti di difesa della personalità, può seguire una ricostruzione basata su una più reale accettazione di sé. A questo proposito Winnicott parla di “falso sé” identificandolo in un’armatura caratteriale, che nasconde e difende il “vero sé” nel bambino che è costretto ad avere a che fare troppo presto con il “figlio di sua madre”, con aspettative non sue a danno della conoscenza e dell’espressione del suo vero Sé. Al rapporto tra vero e falso sé fa dunque riferimento la relazione tra autenticità e inautenticità. Secondo altri autori, invece il falso Sé è quella struttura di personalità che talvolta gli esseri umani costruiscono nell’intento di sentirsi maggiormente accettati dagli altri e più integrati nell’ambiente in cui si sono trovati a vivere. Queste difese possono falsare, inibire o reprimere in modo grave lo sviluppo e l’espressione della personalità. Esse possono mantenersi inalterate nel tempo e divenire quindi irreversibili, o entrare in crisi e crollare, dando finalmente modo al vero Sé di iniziare ad esprimersi liberamente. A questo proposito è importante ricordare che la tecnica di intervento Three in One Concepts – One Brain System, porta la persona ad identificare l’origine dello stress all’età di causa, spesso i primi anni di vita, e qui  fa  operare una correzione a livello fisico, mentale ed emozionale, dando la possibilità, in una situazione di fiducia, in piena consapevolezza e presenza, di dare una nuova interpretazione a fatti traumatici e incrementare l’accettazione di sé e di tutto quello che era coinvolto nella situazione e con questo fare una nuova scelta in accordo con la risposta autentica del proprio corpo. In questo senso può essere possibile aprirsi anche a percepire i propri veri bisogni e alla possibilità di una maggiore aderenza al Sé. A tal proposito va aggiunto che circa l’80% dei soggetti che ha scelto facoltativamente di commentare per iscritto questa esperienza, tra cui più della metà appartengono a coloro che hanno conseguito un decremento di punteggio, ha definito l’intervento “interessante, costruttivo e capace di farli confrontare con proprie aree di evitamento e capace di creare un miglioramento”.

Per quanto riguarda invece i dati relativi all’autoefficacia, si può notare che i picchi massimi, sia in positivo che in negativo, si riscontrano nelle aree di gestione del controllo alimentare e dell’attività fisica. Queste aree, per quanto non direttamente toccate dall’intervento e quindi valutabili solo in via di ipotesi, potrebbero essere significative in quanto si riferiscono, per quanto riguarda in gruppo STEP-SE, a ragazze di età media di 24 anni, culturalmente sollecitate da immagini di estrema magrezza e cura del fisico, e quindi potrebbero rappresentare da una parte un aumento di fiducia ed efficacia nel provare ad adeguarsi a questi standard esterni, dall’altra  una maggiore accettazione di se stesse per come si è e quindi una diminuzione di impegno relativo al raggiungimento di standard spesso fisicamente “impossibili”. Nel caso del gruppo dei TEOSOFI questi picchi potrebbero rappresentare più una sorta di assestamento all’interno delle due categorie ( ad es. maggior controllo alimentare che permette una diminuzione di attività fisica) oppure dei dati indipendenti alla ricerca o relativi a singoli cambiamenti di stile di vita nel periodo di oltre 3 mesi intercorso tra T1 e T2.

In ogni caso l’andamento di picchi di cambiamento ha confermato la disponibilità, la motivazione  e l’interesse dei soggetti verso questo tipo incontro con se stessi nelle aree critiche e di stress con cui hanno scelto di confrontarsi.

 

Bibliografia

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